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La SCLEROTERAPIA rappresenta il trattamento di prima scelta in presenza di telangectasie degli arti inferiori e di piccole varici, in particolar modo di quelle recidive o residue. Spesso, il ricorso alla scleroterapia dopo trattamento chirurgico delle varici è voluto e programmato, al fine di rendere l’intervento chirurgico stesso il meno invasivo possibile. Il significato della terapia è a volte medico, a volte esclusivamente estetico.

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La scleroterapia, determina la scomparsa delle telangectasie trattate, ma non previene la comparsa nel tempo di nuove telangectasie; ciò, in funzione della cronicità della malattia che le determina. E’ per questo opportuno che, dopo il primo trattamento eradicante, il/la Paziente provveda a controlli periodici con lo scopo di verificare l’evoluzione dell’eventuale insufficienza venosa di base ed all’esecuzione di possibili trattamenti di nuove telangectasie.

La scleroterapia determina l’occlusione dei piccoli vasi, che quindi non scompaiono subito dopo il trattamento, ma in alcune settimane e comunque entro 45-60 giorni dall’iniezione. Esistono numerose sostanze sclerosanti; alcune sono maggiormente indicate nel trattamento delle varici, altre in quello delle telangectasie. La sensibilità di ogni singolo paziente ad un determinato prodotto è tuttavia variabile; è quindi possibile che un primo trattamento eseguito con un determinato farmaco e ad una determinata concentrazione risulti inefficace.

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Al termine di ogni seduta scleroterapica, e nel caso in cui siano state trattate varici o grossi capillari, verrà applicata sulla zona trattata una calza elastica che andrà mantenuta per un tempo variabile tra le 24 ore e 3-4 giorni a seconda del calibro e della sede del vaso sclerosato.

Come tutti i trattamenti eseguiti in Medicina, anche quello scleroterapico può avere i suoi effetti collaterali ed anche le sue complicanze; quelle gravi, quali le crisi allergiche o le cicatrici da escara necrotica, sono fortunatamente eccezionali. Non frequente, ma meno rara (1% ca delle aree trattate), è invece la comparsa di telangectasie secondarie (“matting”); queste ultime, spesso transitorie, sono comunque a loro volta eliminabili (con il laser). Nel 5% ca delle aree trattate (e soprattutto nel caso in cui vengano sclerosate delle vere e proprie varici) possono infine comparire delle iperpigmentazioni cutanee che il più delle volte non dipendono da una errata conduzione del trattamento, ma da una predisposizione individuale o da una mancata osservazione delle prescrizioni fornite dallo Specialista; tali alterazioni cromatiche regrediscono peraltro in modo spontaneo nella gran parte dei casi nell’arco di 2-8 mesi.

[Fonte: http://www.chirurgia-vascolare.org/]

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